Per me la GMG è stata un’esperienza quasi sacra, e quando ci si avvicina così tanto al sacro ogni parola svanisce, ogni parola perde tutto il significato che potrebbe avere, ogni parola è superflua. E allora mi piace pensare di stare e basta, senza dire niente: ascoltando.
Il silenzio, il silenzio della veglia, un silenzio adorante e umanamente quasi impossibile da riprodurre. Un milione e mezzo di persone capaci di stare davanti, in ginocchio, all’Amore, con la consapevolezza che l’unica possibilità è l’ascolto.
Quello che mi ha colpito e che posso esprimere a parole è l’aver compreso a fondo il significato di cattolicità della chiesa: una chiesa capace di entrare nelle vite di ciascuno a livello universale; alla GMG mi sono sentita parte di una chiesa non chiusa in sé stessa come rischia di essere vissuta. Virginia
Era saltata l’altra GMG… poi il Covid va abbastanza via e il Papa invita i giovani a Lisbona. E i giovani decidono che “Sì, ci vogliamo andare”. Ma non puoi mandarceli da soli – che in realtà potresti, ma serve una scusa per accompagnarli – e allora ci vai anche tu che giovane non sei più ma fai un po’ l’indifferente e ti dici che “Dai, sarà bello”. E in effetti di bellezza a Lisbona ce n’è passata parecchia – mi pare – nei giorni della GMG.
Solo che se sei diversamente Giovane, mentre sei lì non riesci a vederla… vedi solo la fatica.
O almeno, a me è capitato questo.
La bellezza l’ho vista dopo.
“presto che chiudono le docce”, “ma l’acqua è fredda!!”, “a che ora è l’ultima metro?”, “dove dobbiamo andare?”, “quanto manca?”, “che caldo che fa!”, “hai visto il mare?… è l’oceano”, “dai, non ti preoccupare che ti aspetto”, “apriamola una finestra, che non si può dormire in 12 nella stessa stanza con tutto chiuso”, “dove andate voi a mangiare?”, “io chiamo un Uber”, “hai freddo?”, “mi dai un po’ d’acqua?”, “ma tu l’hai visto il Papa?”.
Il silenzio di un milione abbondante di persone davanti all’Eucarestia… sì che c’erano gli schermi sparsi per tutta la spianata… ma di Gesù ce n’era uno solo: una sola Particola consacrata: ed è bastato per tutti. Un altro miracolo del pane. Un altro – il più grande e prezioso – sfolgorio di bellezza. È sempre una grazia poterci essere. Rossana
È difficile descrivere la GMG a parole, tuttavia proverò a sceglierne 3 che possano riassumere un po’ l’essenza di questa.
PAROLE
La prima parola è proprio “Parole” perché è proprio grazie a queste che costruiamo i legami che abbiamo intorno, è proprio grazie a queste che ho costruito le frasi con cui mi sono rivolto alle persone.
Ne ho sentite in ogni lingua, ma non c’era bisogno di un traduttore per capire, perché tutte le persone che hanno partecipato erano legate da una Parola soltanto, che è quella di Dio. Infatti, la cosa che più mi ha colpito è che 1,6 milioni di giovani provenienti da ogni parte del mondo, erano lì con lo stesso scopo, per la stessa ragione, ossia condividere la fede e ascoltare la Parola. Quando mai capita di vedere 1,6 milioni di persone nello stesso posto con lo stesso scopo? La parola del Papa poi, è qualcosa che mi accompagnerà, mi ha insegnato che “L’unico modo per guardare una persona dall’alto verso il basso, è per darle la mano e aiutarla ad alzarsi”. Teniamolo sempre a mente.
FORZA
In fisica, una grandezza in grado di mantenere o di indurre una variazione dello stato di quiete o di moto di un corpo. Alla GMG, ciò che ci permetteva di andare avanti e di non perdurare in uno stato di quiete. È stato bello perché, quando andavamo verso la veglia, sembrava che il fiume di gente venisse mosso da una sola forza e non che ognuno “avesse la sua”. Una definizione di forza alternativa, una forza reciproca. Ricordo anche la forza della fede di due persone, che hanno scelto l’occasione della GMG per sposarsi.
FORMA
Io la interpreto come la forma del gruppo (della diocesi), forse quella che è un po’ mancata. In certi momenti sembrava che il gruppo avesse una armonia un po’ contorta, non molto intonata. Una forma non ben definita, un po’ spigolosa. Però questo può essere un ottimo spunto di miglioramento, per farci capire in cosa dobbiamo migliorare, per il bene del futuro.
Davide